sabato 1 novembre 2008

Nova/Italia partito on line la "species" Italia

La scelta dell'inno “la Bandiera” è indicativa del nostro progetto riguardante la specificità italiana:
nell'attuale mondo globalizzato esiste la species Italia nell'accezione di comunità territoriale, culturale e politica.
L'Italia è fucina e motore propulsore dell'Europa che si riconosce nella tradizione giudaico-cristiana-illuministica ed è inutile, in questa sede, dilungarsi su temi europeisti ormai accertati; vogliamo scrivere alcune nostre considerazioni sugli eventi dall'Unità d'Italia ad oggi, anche in considerazione che nel 2011, sarà celebrato il centocinquantenario.
Fino alla fine dell'800, il pensiero laico e liberale è riuscito ad imporsi sul conservatorismo diffuso caratteristico dell'aristocrazia e degli ambienti clericali.
La borghesia, seppur con molte contraddizioni, in questo periodo è protagonista del consolidamento dello Stato italiano, attraverso una gestione unitaria amministrativa il cui apparato burocratico era serio, responsabile e fiero del proprio ruolo.
Lo Stato borghese, sino allo scoppio della I Guerra mondiale, ha creato i presupposti per una convivenza che potrebbe definirsi un'isola felice per le iniziative, la laboriosità e gli sforzi compiuti per adeguare l'Italia alle altre Nazioni europee di più antica formazione.
Questo periodo è tuttavia caratterizzato da accesi contrasti tra le spinte anarcosocialiste ed i rappresentanti della borghesia sempre più potente ed in grado di inglobare anche la più tradizionalista aristocrazia.
Alla fine della Grande Guerra, un po' sotto le spinte di avanguardie culturali e politiche che aleggiavano in tutta Europa, un po' per la non volontà da parte dei tanti combattenti di estrazione culturale medio alta di ritornare ad una misera vita nei loro paesi d'origine, si andò formando un gruppo che, a queste motivazioni, all'esperienza di combattenti e ad una qual matrice parasocialista decise di far valere la sua forza e le sue idee. Questo gruppo, denominato fascista, una volta raggiunto il potere, lo ha mantenuto per vent'anni.
La cosiddetta rivoluzione fascista che doveva cambiare l'Italia anche se attraverso modalità discutibili, nel secondo decennio della sua esistenza, mostrò chiaramente in molti suoi aderenti un appiattimento su frange conservatrici: il tentativo tramite i littoriali di creare un nuovo italiano moderno e culturalmente proiettato verso il futuro ebbe solo il merito di creare le basi per una classe emergente degli anni del dopoguerra confluita nelle varie formazioni politiche.
La sciagurata II Guerra mondiale, pose fine alle iniziative suindicate e, con il ritorno della democrazia alla fine del conflitto, si crearono anche per l'interdipendenza internazionale molte formazioni politiche alle quali guardavano con attenzione (ed ebbero accoglienza) protagonisti che, nel loro Paese di appartenenza , erano considerati pericolosi dissidenti.
L'eterogeneità e pluralità delle formazioni politiche caratteristica del dopoguerra per circa un trentennio, ha informato il clima culturale, lo sviluppo economico ed ha diffuso nel mondo un'immagine del Paese Italia oggetto di mete turistiche, di icone cinematografiche, fino all'italian stile nella sua più ampia accezione dalla cucina, al design automobilistico alla possibile fruizione delle bellezze paesaggistiche e artistiche.
La classe politica in questo periodo, seppur all'interno di un costruttivo conflitto tra le parti, ha agito generalmente sempre in funzione dello sviluppo e della crescita del Paese Italia.
Gli stravolgimenti della scena politica internazionale alla fine degli anni '80, culminati con la caduta del muro di Berlino, la dissoluzione dell'impero sovietico, unitamente alla nascita del villaggio globale attraverso le soluzioni offerte dalle nuove forme di comunicazione di massa, hanno determinato una dissolvenza di punti di riferimento ed una involuzione nell'operatività della vasta gamma di soggetti politici che precedentemente erano motori portanti della crescita.
Con l'uscita di scena delle personalità politiche (per motivi anche anagrafici) che avevano idee forti ed infondevao carisma ed unità alle realtà politiche di riferimento, è iniziata una corsa alla personalizzazione della politica (importata talvolta anche in maniera maldestra dal modello americano): alle idee si è sostituita anche per i partiti mionori, la figura e la costruzione mediatica dei leaders.
La personalizzazione della politica, accompagnata all'introduzione di un sistema elettorale maggioritario estraneo alla tradizione italiana, ha stravolto la fucina di proposte appiattendole su un modello che , sotto l'apparente governabilità, si riduceva ad assomigliare a quello bulgaro-sovietico.
La necessità di riunire tante voci sotto un'unica coalizione, oltre ad allontanare progetti forti, ha comportato il mercanteggiare, in termini di cariche e vantaggi economici, l'adesione all'uno o all'altro schieramento.
Dalle ceneri della I Repubblica, al cui crolllo hanno contribuito portatori degli interessi più svariati, è emersa in un primo tempo per fini pratici e personali e successivamente per finalità di sempre maggior potere, la figura di Silvio Berlusconi, prodotto emblematico della personalizzazione della politica.
Lo slogan del nostro Partito on line, Nova/Italia, è: “ Più di Berlusconi - Meglio di Berlusconi” poichè non si può far a meno di riconoscere che dal periodo preso in esame, dai primi anni '90 ad oggi, la sua figura emerge in modo preponderante nei confronti di tutti gli altri attori politici ridotti al rango di comprimari.
Nella storia delle dottrine politiche, nell'ambito della filosofia e sociologia politica, spesso gli elettori considerano gli eventi e le loro risultanze, punti di arrivo statici. Il carisma di Berlusconi è fuori discussione: una miscela di capacità imprenditoriali, culturali, decisionismo e la caratteristica tutta lombardo-napoletana di aggirare gli ostacoli con mezzi talvolta “fantasiosi” ma presentati come mezzi seri. Il popolo dei suoi adepti, che lo vota con larga maggioranza, delega a questo Super Personaggio I propri desiderata e gli ripone una fiducia sincera considerando la sua operatività un punto di arrivo ottimale.
Noi andiamo al di là del “progetto personalizzato Berlusconi” e per mostrare il nostro progetto alternativo Oltre Berlusconi”, non ci impantaneremo in ordinarie speculazioni inutili ma proporremo una motivata analisi che stravolge in parte accezioni consolidate e c prevede un innalzamento dello spessore culturale entro il quale il progetto dovrà essere realizzato proponendo una attiva partecipazione appassionata e propositiva di tutti coloro che ne vorranno essere coinvolti.

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